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SICUREZZA ALIMENTARE: LIMITARE IL CONSUMO DI ADDITIVI

Per additivo alimentare si intende “qualsiasi sostanza, o miscela di sostanze, diversa dagli alimenti di base, che si ritrovi nell’alimento pronto per il consumo a seguito dei vari trattamenti connessi con la produzione, la lavorazione, la conservazione ed il confezionamento dello stesso”. Negli ultimi decenni, a seguito dell’evoluzione tecnologica, l’uso degli additivi alimentari si è esteso notevolmente, anche se l’impiego di additivi trova le sue origini in tempi remoti. C’è una differenza esistente fra “additivo volontario” ed “additivo involontario”: il primo è quello che comunemente consideriamo oggi, il secondo, invece, è rappresentato dai residui di varia entità che possono derivare da trattamenti agro-zootecnici e tecnologici.

Per la legislazione italiana, sono considerati additivi chimici quelle “sostanze prive di valore nutritivo o impiegate a scopo non nutritivo, che si aggiungono in qualsiasi fase della lavorazione, alla massa o in superficie degli alimenti, per conservare nel tempo le caratteristiche chimiche, fisiche o fisico-chimiche, per evitarne l’alterazione spontanea o per impartire ad essi o esaltare favorevolmente particolari caratteristiche di aspetto, di sapore, di odore o di consistenza”.

L’aggiunta di additivi rappresenta un’esigenza tecnologica conseguente all’evoluzione industriale e al mutare delle abitudini alimentari, che hanno enormemente influenzato il ciclo produttivo e distributivo degli alimenti.

Oggi la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti alimentari possono essere realizzati in aree geografiche molto distanti e ciò è possibile grazie all’uso degli additivi.

Molti additivi sono costituenti naturali di alimenti, come l’acido citrico, la lecitina, le pectine, i tocoferoli ma sono comunque sostanze ampiamente studiate e documentate sotto il profilo tossicologico e il loro uso è costantemente sotto il controllo di Organizzazioni internazionali e nazionali. Nella preparazione e conservazione degli alimenti è autorizzato l’impiego solo degli additivi identificati con un codice europeo, costituito dalla lettera E e un numero progressivo ed elencati in una lista positiva.

Il principio autorizzativo della lista positiva è la prima garanzia a tutela del consumatore.

Un additivo alimentare può essere autorizzato soltanto se il suo uso soddisfa i seguenti requisiti:

  • sulla base dei dati scientifici disponibili, il tipo d’impiego proposto non pone problemi di sicurezza per la salute dei consumatori;
  • il suo impiego può essere ragionevolmente considerato una necessità tecnica che non può essere soddisfatta con altri mezzi;
  • il suo impiego non induce in errore e comporta vantaggi per il consumatore.

In conclusione un additivo autorizzato è una sostanza di cui è stata valutata la sicurezza d’uso, di cui sono stati fissati i requisiti di purezza chimica e il cui uso è consentito solo nel caso di documentata esigenza tecnologica: anche se ritenuto non nocivo, l’additivo non è consentito se non è necessario.

E’ comunque consigliato limitare il consumo di additivi: preferire la versione fresca degli alimenti come frutta, carne, pesce, formaggi, legumi poiché in genere i cibi pronti e confezionati contengono più additivi alimentari. Tra i prodotti conservati è meglio scegliere quelli conservati in modo naturale con aceto, olio, sale, essiccazione e stagionatura. Quando non è possibile acquistare alimenti freschi, è meglio preferire quelli surgelati in quanto sono privi di additivi chimici.

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