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SICUREZZA ALIMENTARE: MENO PESTICIDI E PIU’ TRASPARENZA SULLE ETICHETTE

Uno degli obiettivi dell’Unione Europea da conseguire nel 2030, presentati dalla Commissione nell’ambito del Green Deal, è quello di estendere l’obbligo di etichette con l’indicizzazione dell’origine degli alimenti e informazioni sul loro valore nutritivo e dimezzare i pesticidi e gli antibiotici usati nei campi e negli allevamenti, stanziando 20 miliardi di euro l’anno a tutela della natura.

“Il Coronavirus ha dimostrato quanto siamo vulnerabili e quanto sia importante recuperare il rapporto tra uomo e natura”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, per questo sarebbe meglio portare a coltivazione bio il 25% dei terreni agricoli.

Nel 2022 sono previste due proposte sull’etichettatura, una per l’indicazione di origine obbligatoria degli alimenti, l’altra per informazioni chiare e leggibili sul loro valore nutrizionale. La Commissione si propone di tagliare l’uso dei pesticidi del 50% e dei fertilizzanti del 20%, di trasformare il 10% delle terre agricole Ue in elementi di paesaggio collegati tra loro, di istituire aree protette sul 30% delle terre e dei mari Ue (di cui il 10% sottoposte a vincoli stringenti come il divieto di pesca), di piantare tre miliardi di alberi, di dimezzare le vendite di antibiotici agli allevamenti e agli impianti di acquacoltura, di ‘liberare’ 25mila chilometri di fiumi dalle barriere artificiali.

I pesticidi sono microrganismi o sostanze chimiche (naturali e prodotte industrialmente) utilizzati in agricoltura per proteggere la salute della coltura e a garantirne la sopravvivenza. I fertilizzanti, invece, non sono pesticidi ma sostanze utilizzate in agricoltura per arricchire il terreno di elementi nutritivi (ad esempio, azoto, fosforo, potassio) essenziali alla crescita dei prodotti vegetali.

I pesticidi o prodotti fitosanitari sono suddivisi in diverse categorie a seconda dell’organismo contro cui sono usati, per questo non possono essere considerati un gruppo omogeneo di sostanze. Alcuni di questi sono:

  • insetticidi (combattono insetti nocivi alle colture agricole, ma anche insetti semplicemente molesti o portatori di malattie per l’uomo o gli animali domestici)
  • diserbanti (utilizzati per distruggere le erbe infestanti)
  • anticrittogamici (contrastano le malattie e le alterazioni prodotte da batteri, muffe ed alghe)
  • acaricidi (combattono gli acari)

Grazie ai pesticidi è stato possibile eliminare da alcuni territori malattie come la malaria e la malattia del sonno e favorire una maggiore produzione agricola per fronteggiare l’aumento della popolazione mondiale. Accanto a questi vantaggi, i pesticidi rappresentano però un potenziale pericolo per la salute dell’uomo e per l’ambiente.

Come già detto, sono in grado di uccidere gli organismi che sono il loro bersaglio (insetti, acari, funghi, etc.) ma per farlo devono essere in grado di interferire con strutture o funzioni degli organismi nocivi che, però, sono spesso presenti anche in altre specie, incluso l’uomo. Questo fa sì che la maggior parte delle sostanze utilizzate come pesticidi possa avere effetti tossici anche su organismi che non sono il loro diretto bersaglio. Ad esempio, nell’uomo, l’esposizione a livelli tossici di alcuni insetticidi può causare effetti al sistema nervoso centrale, l’impiego di altri determinare effetti sul fegato, altri ancora sulla fertilità.

I pesticidi ideali sono quelli cosiddetti selettivi (tossici solo per gli organismi bersaglio e non per altre specie) vale a dire che, svolta la loro azione, non rimangono a lungo nell’ambiente limitando così i danni relativi all’inquinamento di acqua, aria e suolo e il conseguente loro accumulo negli organismi, incluso l’uomo.

Fonte: Ansa

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